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VERSO LA THAILANDIA

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La vacanza di dieci giorni in Thailandia, da cui siamo appena tornati, è stata l’occasione del primo viaggio intercontinentale intrapreso con nostro figlio. Negli anni passati non abbiamo rinunciato alle vacanze, quando possibili, preferendo però mete europee, con distanze sicuramente meno impegnative. Superato il traguardo dei quattro anni ci siamo detti che poteva essere il momento buono per fare un primo tentativo, visto la discreta autonomia che, mediamente, a questa età, le creature hanno raggiunto.

Ciò detto non è che la sottoscritta abbia preso la decisione così a cuor leggero; qualcuno dice che siamo stati coraggiosi ad affrontare un viaggio del genere con un bambino e con tutte le incognite che possono nascere: ecco, coraggiosa non è esattamente un aggettivo che userei per definire me stessa medesima. Io sono la preoccupazione nata e fatta persona, da sempre, per qualsiasi cosa. Sono la persona meno adatta al viaggio che si potrebbe immaginare: mi sorgono le peggio paranoie per la qualunque, da sempre, figurarsi all’idea di viaggiare un tuo figlio piccolo a 10.000 chilometri da casa. Eppure, altrettanto da sempre, la curiosità e la voglia di viaggiare hanno avuto la meglio sulla zavorra della fifa che, altrimenti, mi avrebbe bloccata per l’eternità ben prima della soglia di casa.

Ecco, dunque, un po’ di considerazioni preparatorie al viaggio, rigorosamente in ordine sparso e non necessariamente con criteri di priorità.

SICUREZZA: il mondo, ahinoi, è una polveriera e sembra sempre più difficile trovare luoghi “tranquilli” dove viaggiare, soprattutto volendo allontanarsi dal vecchio continente o dai paesi occidentali. Prima di scegliere una destinazione io do sempre un’occhiata al sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Esteri che offre una buona panoramica delle condizioni attuali di tutti i paesi del mondo: ritengo di poter dire che, al netto di alcune precauzioni e aree di attenzione, la Thailandia sia ancora un luogo molto sicuro, per lo meno nelle principali aree turistiche. Durante la nostra permanenza non ho mai avuto neppure lontanamente sentore di pericoli per cose o persone. I thailandesi sono un popolo estremamente accogliente e di una gentilezza incredibile, rispetto agli standard occidentali, e i bambini sono sinceramente i benvenuti ovunque (la nostra Belva ha scroccato più di un gelato al solo mostrare i suoi occhioni blu ;-))

SALUTE: più o meno idem come sopra. Ovviamente la Thailandia è un paese tropicale e gli standard igienici non sono paragonabili ai nostri, ciononostante le condizioni sanitarie sono più che accettabili nelle principali aree turistiche (negli alberghi e resort dedicati al turismo occidentale sono, direi, oltre l’eccellenza) e sono sufficienti le solite precauzioni su acqua, cibi crudi, ecc. per vivere tranquillamente la vacanza. Noi in dieci giorni abbiamo mangiato praticamente sempre in ristoranti locali senza alcun tipo di problema. In tutto il sud est asiatico sono purtroppo endemiche alcune febbri trasmesse dalle zanzare (Dengue e Chikungunya), rispetto alle quali io ero particolarmente preoccupata terrorizzata: ho fatto per dieci giorni il bagno nell’Autan (e fatto fare alla Creatura, of course), ragion per cui se oggi mi facessero un prelievo credo troverebbero pesticidi al posto del sangue ;-), ma, scherzi a parte, la situazione insetti era di gran lunga migliore di quanto mi aspettassi, soprattutto considerando che lì tutto è foresta (quella vera), probabilmente anche per le incessanti attività di disinfestazione che vengono realizzate. L’assistenza sanitaria, inoltre, soprattutto privata, è considerata ottima, per cui siamo partiti abbastanza tranquilli, dopo essere stati rassicurati in proposito anche dal nostro medico di famiglia (che ci ha riferito di un suo paziente perfettamente curato in seguito ad un infarto mentre era in vacanza in Thailandia).

CIBO: personalmente adoro la cucina asiatica, quindi per me è stata una festa. Ero, invece, parecchio preoccupata per mio figlio che, già in condizioni normali, non è che sia ‘sta gran forchetta. Nella realtà si trova davvero un po’ di tutto e non è assolutamente un problema evitare i cibi piccanti, poi Lui è una carogna bestiale nel momento in cui viene spostato dalle sue abitudini alimentari (ma non perché le cose non gli piacciano davvero, è che rifiuta di assaggiarle per principio Image may be NSFW.
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:-(
), ma siamo comunque tranquillamente sopravvissuti a cotolette, carne varia, pesce vario, spaghetti al pomodoro (su cui stendiamo ovviamente un velo pietoso), patatine, riso al vapore, frutta locale (fantastica), cetrioli come se piovesse e, naturalmente, gelati al cioccolato!

CLIMA: i mesi che corrispondono all’inverno europeo sono i migliori per visitare la Thailandia (per lo meno nelle zone della costa del Mare delle Andamane), il clima è soleggiato, relativamente secco (siamo pur sempre in un paese tropicale) e ventilato. La temperature si mantengono stabili tra i 24 e i 32 gradi di media, l’acqua del mare è sui 28 gradi (nel pomeriggio, secondo me, anche molto di più!) Occorre prestare attenzione al sole, soprattutto per i bambini e per chi ha la pelle chiara, ma, anche qui per esperienza, con un minimo di buon senso, una protezione 50, cappello, occhiali e maglietta, problemi non ce ne sono.

VIAGGIO: certamente non è rapido e indolore. Il volo (senza scali) dura dalle 11 alle 13 ore: noi abbiamo trovato un diretto Zurigo-Phuket che ci ha risparmiamo l’ulteriore stress del cambio a Bangok o altrove. A mio figlio viaggiare in aereo piace, non ha mai dato problemi, ma sicuramente questa distanza era ben più impegnativa di un volo di poche ore. Per esperienza, però, devo dire che il viaggio è molto più faticoso per gli adulti che per i piccoli: loro spesso dormono (anche parecchio, IO NO), guardano i cartoni dell’intrattenimento di bordo come se non ci fosse un domani, giochicchiano, ascoltano favole con l’iPad…..insomma, kein Problem, salvo per il digiuno. Ma d’altra parte non saranno mica scemi a mangiarsi quelle schifezze che ti rifilano in aereo, no???


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